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DIA 2017 ~ RAGUSA

Il tessuto criminale della provincia di Ragusa resta connotato dalla convivenza di organizzazioni riconducibili sia a cosa nostra che alla stidda gelese nonché ad altri gruppi malavitosi di matrice eterogenea. Tale convivenza è sostanzialmente caratterizzata da un “accordo”, in relazione agli ambiti di interesse criminale, che ne garantisce la tenuta degli equilibri interni, ulteriormente condizionati dalla “vicinanza” di cosa nostra catanese. Il gruppo stiddaro di maggior rilievo è quello DOMINANTE – CARBONARO, mentre per cosa nostra rileva la famiglia PISCOPO di Vittoria, legata a quella nissena degli EMMANUELLO e rappresentata da pochi soggetti. Tuttavia, il recente rinvenimento e sequestro di armi nella disponibilità di una frangia dei PISCOPO, lascia supporre un tentativo di ricostituzione del gruppo armato. Nel comune di Scicli, il gruppo MORMINA, riconducibile alla famiglia MAZZEI di cosa nostra catanese, continua a mantenere i propri interessi nei settori degli stupefacenti e delle estorsioni. Si conferma, inoltre, l’attenzione delle locali organizzazioni criminali, in specie quelle della stidda, verso il settore dell’agroalimentare, anche in ragione dell’importanza che riveste, sul piano nazionale, il mercato ortofrutticolo di Vittoria, strategico al pari di quelli di Fondi (LT) e di Milano. Il polo ortofrutticolo in parola è stato scenario, nel periodo in esame, di diversi incendi dolosi al punto che, il 20 febbraio, a seguito di un ennesimo, grave episodio, il Prefetto di Ragusa ha convocato, sullo specifico tema, un Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. Altrettanto significativa dello spessore degli interessi che orbitano intorno al mercato ortofrutticolo, è l’operazione “Truck express” della Guardia di Finanza che, nel mese di febbraio, ha eseguito l’arresto di due soggetti, ritenuti vicini a stidda e cosa nostra, ed in rapporti anche con la camorra. Gli stessi costringevano gli autotrasportatori, provenienti dalla Campania, a pagare una somma tra i 50 ed i 100 euro per ogni operazione di carico e scarico delle merci nel mercato di Vittoria. Nella provincia rimangono consistenti il traffico e lo spaccio di stupefacenti, posti in essere anche con il coinvolgimento di soggetti di altre nazionalità. In proposito, due operazioni concluse nel semestre, rispettivamente denominate “Balkan” e “Proelio” (quest’ultima menzionata anche con riferimento alla Provincia di Agrigento) hanno confermato gli stretti rapporti esistenti tra pregiudicati ragusani e criminali calabresi, albanesi e greci, finalizzati alla gestione del traffico internazionale di stupefacenti. Da segnalare, in particolare, come nell’ambito dell’operazione “Proelio” dell’Arma dei Carabinieri, tra i reati contestati vi sia anche “una serie indeterminata di furti di bestiame ai danni di aziende di allevamento, site in diverse province siciliane, reinvestendo, poi, i proventi della vendita della refurtiva nell’acquisto di partite di droga, finanziando così l’associazione mafiosa”. La stessa operazione ha fatto luce sui legami di esponenti di cosa nostra vittoriese con clan della medesima organizzazione criminale operanti nella provincia di Agrigento, disvelando inoltre i contatti con le cosche di Gioia Tauro (RC). Non vanno, inoltre, trascurati, i molteplici sequestri di stupefacenti eseguiti a Pozzallo, durante le procedure di imbarco per l’isola di Malta.
Oltre che nel settore degli stupefacenti, la presenza di gruppi criminali stranieri si rileva anche in riferimento al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. In questo caso, si segnalano sodalizi a forte caratterizzazione etnica (etiope, egiziana, somala, siriana, eritrea, libica ecc.), presenti come “cellule” distaccate, di più stabili organizzazioni, radicate in altri Paesi. Connesso all’immigrazione clandestina è il fenomeno della tratta di donne provenienti dalle regioni sub-sahariane e da destinare alla prostituzione. Un’operazione conclusa nel mese di febbraio dalla Polizia di Stato, denominata “Broken Chains”, ha permesso di scardinare un gruppodi nigeriani attivi proprio nella tratta di esseri umani, finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed al traffico di sostanze stupefacenti.


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