Passa ai contenuti principali

DIA - REGGIO CALABRIA - CONFISCA 324 MILIONI

DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA
COMUNICATO STAMPA
OPERAZIONE D.I.A. REGGIO CALABRIA: ESEGUITO PROVVEDIMENTO DI CONFISCA EMESSO DALLA CORTE D’APPELLO DI REGGIO CALABRIA DI BENI AD UN IMPRENDITORE DELLA PIANA DI GIOIA TAURO PER CIRCA 324 MILIONI DI EURO.

La Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria ha eseguito un decreto di CONFISCA beni emesso dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria – Sez. Mis. Prev., nei confronti del defunto OLIVERI Vincenzo, già noto imprenditore nel settore oleario con proiezioni di tutto rilievo sia nel comparto alberghiero che in quello immobiliare e dei servizi non solo in Calabria (piana di Gioia Tauro e provincia di Catanzaro), ma anche nelle regioni  Abruzzo e Toscana.
OLIVERI Vincenzo era figlio del defunto OLIVERI Matteo Giuseppe, cl. 28, e fratello di Antonio, cl. 65, da tempo stabilitosi a Giulianova, insieme al quale era socio in numerose iniziative imprenditoriali avviate sin dai primi anni ‘80 e culminate con la costituzione di un vero e proprio impero imprenditoriale (c.d. Gruppo Oliveri), le cui attività, partendo dal settore oleario, si sono diversificate nel tempo, soprattutto in quello alberghiero di lusso. Il proposto, sin dagli anni ‘80, risultava coinvolto in diversi procedimenti penali per la commissione di reati associativi finalizzati alla commissione di truffe aggravate, frode in commercio, emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, i quali si sono conclusi con sentenze dichiarative di prescrizione. Successivamente, OLIVERI Vincenzo è stato tratto in arresto in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare emessa il 26.07.2010 dal G.I.P. del Tribunale di Palmi (RC), per i reati di associazione a delinquere, truffa aggravata ed altro, in ordine all’indebita percezione di contributi erogati ai sensi della legge 488/1992 ad aziende facenti parte del Gruppo OLIVERI.
Con l’odierno provvedimento, la Corte d’Appello di Reggio Calabria ha integralmente confermato quanto disposto dal precedente decreto del Tribunale di Reggio Calabria – Sezione M.P., del 29 gennaio 2016, nei confronti di OLIVERI Vincenzo, OLIVERI Giovanni, OLIVERI Matteo Giuseppe e CARNOVALE Domenica Rosa.
In particolare, il predetto organo giudiziario di secondo grado ha innanzitutto condiviso e confermato le conclusioni raggiunte dal Tribunale in ordine alla eccezione di incompetenza funzionale dell’autorità giudiziaria di Reggio Calabria, in favore di quella di Teramo, avanzata dal proposto. E’ stato, infatti, ribadito che il centro decisionale ed operativo delle aziende riconducibili al proposto e ai terzi interessati è sicuramente da individuarsi nel territorio di Gioia Tauro. Anche il requisito della pericolosità sociale del proposto (di tipo semplice, ex art. 1 del codice antimafia) è stato confermato dalla Corte d’Appello. Nella vicenda in esame, il predetto organo giudiziario ha precisato quanto segue: “non vi è dubbio che la storia giudiziario-imprenditoriale di OLIVERI Vincenzo comprovi come costui sia stato abitualmente dedito a traffici delittuosi ed abbia vissuto abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose”. Anche in relazione al versante patrimoniale della proposta della DIA di Reggio Calabria, la Corte ha evidenziato che, a fronte della pericolosità sociale dell’OLIVERI, “è del tutto consequenziale che quanto finanziariamente lucrato mediante quell’attività fraudolenta è stato immesso nel circuito produttivo della costellazione di aziende che costituivano l’universo imprenditoriale degli OLIVERI, facendo sì che si attuasse quel meccanismo moltiplicatore che consente una crescita esponenziale dell’impresa, che altrimenti non avrebbe raggiunto quelle dimensioni notevoli che invece ha potuto conseguire” .
Infine, è stata riconosciuta la fondatezza dell’attività di analisi documentale svolta dalla DIA che ha permesso di determinare, attraverso i volumi di affari, “il valore medio della produzione per ettaro coltivato”, elemento questo ritenuto indispensabile per rappresentare, nel modo più realistico possibile, la reale capacità economica del proposto, “arrivando così a riscontrare l’inattendibilità del volume d’affari dichiarato dall’appellante.
E’ stata, pertanto, disposta e confermata la confisca di: nr.15 società operanti nei settori agricolo-oleario, turistico-alberghiero, immobiliare e dei servizi; nr. 88 immobili, tra cui spiccano gli edifici  sede degli alberghi/ristoranti/resort di gran lusso Hotel Villa Fiorita  di Giulianova (TE) e Il Feudo degli Ulivi sito in Borgia di Catanzaro; nr. 7 autoveicoli personali ed aziendali; nr. 385 titoli comunitari (aiuti all’agricoltura) che danno diritto a percepire dall’AGEA la somma di  circa 1,6 milioni di euro annui e svariati conti correnti societari e personali.
Il valore complessivo dei beni confiscati è stimato in circa 324 milioni di euro.
Si precisa che tutte le aziende confiscate proseguono regolarmente le loro attività commerciali con appositi amministratori giudiziari nominati dall’Autorità Giudiziaria.
La presente attività costituisce l’ennesimo risultato conseguito dal Centro Operativo Dia di Reggio Calabria che, negli ultimi tre anni, nell’ambito della costante attività di aggressione ai patrimoni illecitamente costituiti e detenuti dalla ‘ndrangheta, ha complessivamente operato sequestri e confische di beni per un valore di circa un miliardo e duecento milioni di euro.
Reggio Calabria, 10 agosto 2017

Post popolari in questo blog

Catanzaro: operazione “Alto impatto”

  Operazione “Alto impatto” nel rione Aranceto di Catanzaro con controlli e perquisizioni della Polizia, Carabinieri e guardia di finanza. Alle operazioni hanno partecipato Polizia locale, Vigili del fuoco e altri enti quali Enel, Italgas e i servizi sociali di Catanzaro. Durante le attività sono state identificate 282 persone, controllati 180 veicoli, di cui 7 sequestrati, contestate 16 violazioni del Codice della Strada ed elevate 2 contravvenzioni amministrative nei confronti di esercizi pubblici che somministravano alimenti e bevande senza alcuna autorizzazione.  Inoltre, gli operatori hanno sequestrato marijuana, denaro contante, attrezzi per lo scasso, centraline elettroniche utilizzate per rubare le autovetture ed anche impianti di videosorveglianza non autorizzati posizionati a guardiania di abitazioni di pregiudicati. Inoltre, sono stati trovati alcuni veicoli rubati che nei prossimi giorni verranno restituiti ai legittimi proprietari. Nel corso dell’operazione sono stati effe

Rubano corrente per alimentare la serra di marijuana

  Comando Provinciale di Latina - Latina, 23/02/2024 11:00 I Carabinieri della locale Stazione di Borgo Sabotino hanno tratto in arresto due uomini di 35 anni in flagranza del reato di coltivazione di sostanza stupefacente. In particolare, a seguito di perquisizione domiciliare i due venivano trovati in possesso di 200 grammi di sostanza stupefacente del tipo marijuana, nonché n.76 piante di canapa indica in infiorescenza, coltivate in una serra realizzata all’interno dell’abitazione. Tutto veniva sottoposto a sequestro. Inoltre, durante le operazioni i Carabinieri accertavano che vi era un collegamento illecito alla rete elettrica mediante manomissione del contatore Enel sia nell’abitazione interessata dalla perquisizione che in altre due case nella disponibilità di uno dei due soggetti arrestati. Dopo le formalità di rito i due soggetti tratti in arresto venivano sottoposti agli arresti domiciliari.

Catania: sequestro di stalle e cavalli nel quartiere San Cristoforo

    Durante un controllo straordinario nel quartiere San Cristoforo, a Catania, i poliziotti della Questura hanno scoperto cinque stalle abusive all’interno delle quali c’erano dei carretti utilizzati per le corse clandestine. Nelle stalle vivevano i cavalli in pessime condizioni igienico-sanitarie e senza microchip. Inoltre, dalle visite fatte dai veterinari dell’Azienda sanitaria provinciale (Asp) è emerso anche che i cavalli avevano subito maltrattamenti da parte dei proprietari. Gli animali sono stati sequestrati dai poliziotti della Squadra a cavallo e della Squadra mobile, che li hanno affidati ad una struttura idonea. Durante le perquisizioni sono stati trovati e sequestrati diversi farmaci dopanti che venivano utilizzati sui cavalli durante le corse clandestine. Sono tre le persone denunciate per maltrattamenti di animali alle quali sono stati contestati anche altri illeciti amministrativi, anche da parte del personale Asp. Sempre a seguito delle perquisizioni sono stati rinven