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COME HANNO RISPOSTO SULLA MAFIA I CANDIDATI A SINDACO PER CARRARA ALLE DOMANDE DELLA FONDAZIONE CAPONNETTO




Hanno risposto alle domande poste dalla Fondazione Caponnetto il 23 maggio 2017, a 25 anni da Capaci , i candidati a Sindaco nel Comune di Carrara: Claudia Bienaime’, Alessandra Caffaz, Francesco De Pasquale, Ilaria Paladini e Andrea Zanetti.
Non Pervenuti al 3 giugno: Cinzia Bensi, Maurizio Lorenzoni, GianEnrico Spediacci, Andrea Vannucci.

 A seguire le risposte dei candidati in ordine alfabetico:
CLAUDIA BIENAIME’ - “CARRARA BENE COMUNE” ,”DEMA” 1) la mafia e la criminalità organizzata nel vs comune esistono? Assolutamente si anche se agiscono con forme apparentemente di basso profilo. Carrara e’ in una zona logisticamente importante .La presenza di due porti(Carrara e Spezia),l’esistenza di un mercato come quello del marmo che fa girare milioni di euro con le note possibilita’ di sottofatturazioni e regolamentazioni ancora da definire chiaramente,l’essere posta come territorio vicino ai confini di Emilia e Liguria ,zone dove esistono comuni come sappiamo commissariati per mafia e situazioni importanti a livello di criminalita’ organizzata e mafiosa. Abbiamo visto la stessa costruzione della Strada dei Marmi ,per esempio,aver motivato tempo fa indagini da parte della Dia su aziende ed appalti durante la costruzione . 2)se si per voi come sono e come si manifestano? Importante a questo proposito e’ la lettura dell’indagine della Prima Commissione della Regione Toscana sull’”Analisi dei fenomeni di criminalita’ e mafia in Toscana” dove indica chiaramente una situazione di livello di attenzione anche nella nostra Provincia riguardo a questi fenomeni. Mafia e criminalita’ nella nostra’ Citta’ ,a mio parere, rilevano soprattutto come fenomeno di corruzione,di gestione malsana a volte di pratiche amministrative,di lavoro come appalti e incarichi non correttamente motivati.Come,soprattutto,mala gestione di un territorio ed un ambiente che sono bene comune di tutti e come tali andrebbero tutelati. A beneficio di tutti ,appunto,e non di pochi. Questo perche’ abbiamo visto chiaramente come proprio sulla pelle di noi cittadini si possa riversate tutto questo in termini di fango,alluvioni ripetute,inquinamento ambientale,lavoro che manca e arretramento culturale e sociale della Citta’. 3) come intendete combatterle? Combattere mafia e criminalita’ comporta prima di tutto un programma di crescita culturale della Citta’.Come diceva proprio il Giudice Caponnetto "La mafia teme la scuola più della giustizia, l'istruzione toglie l'erba sotto i piedi della cultura mafiosa “.Quindi rendere strutturali prima di tutto interventi nelle scuole e pubblici di cittadinanza attiva e consapevole. Nell’ambito della amministrazione comunale poi la creazione di una Commissione consiliare antimafia per la prevenzione e l'azione contro la criminalità organizzata che si occupi di controllare la correttezza di passaggi pubblici delle pratiche amministrative nonche’ l’analisi dei dati in materia sul territorio con il supporto di esperti ,forze dell’ordine e associazioni. L’adesione alla carta di Pisa ,di Avviso Pubblico, di Giunta e Consiglieri con il rendere pubblici curricula, reddito e patrimonio, potenziali conflitti di interesse ed eventuali procedimenti giudiziari o condanne subite con l’adesione ,quindi,al codice etico e comportamentale sul modello proprio si quella Carta. E’ risaputo che mafia e illegalita’ costano in termini di lavoro per pari opportunita’ che non si creano quando vengono preferiti metodi non trasparenti. Legalita’ quindi non e’ "solo" giustizia ma anche sana economia che poi alla fine diventa ricchezza ,vera, per tutta la Citta’,per tutti noi cittadini.
 ALESSANDRA CAFFAZ “RINASCIMENTO SIA” Per quanto riguarda la mia attività di commerciante non ho mai avuto la percezione della presenza di mafia o di organizzazioni criminali sul nostro territorio. Ritengo però che la nostra città per le sue peculiarità produttive: attività industriali, del marmo, della nautica, e anche per quella dei trasporti su gomma, sia un territorio appetibile per la criminalità organizzata. Ricordo infatti che è di soli due anni fa la relazione del Capo Procuratore Aldo Giubilaro, che denunciava la presenza di una criminalità organizzata che non si muove con la lupara, ma che opera negli ambienti finanziari, negli appalti pubblici, nei trasporti, una criminalità di colletti bianchi insomma. Basti pensare che il trasporto su gomma non è regolamentato, l'attività estrattiva ha delle regole che da tempo devono essere riviste, gli appalti pubblici spesso e volentieri sono improntati a favorire chi presenta l'offerta più bassa e non quella qualitativamente migliore. Queste aree grigie, non correttamente disciplinate consentono a chi volesse agire nell'illegalità di farlo agevolmente. Allora credo che per combatterla, oltre all'operato della magistratura, la pubblica amministrazione possa intervenire riportando equità e trasparenza nei settori in cui manca, vigilando sulla corretta applicazione delle leggi.
 FRANCESCO DE PASQUALE “MOVIMENTO 5 STELLE “ 1) La mafia e la criminalità organizzata nel vostro comune esistono? Sì, esistono e se non bastassero i fatti di cronaca degli anni '90 che hanno tragicamente riguardato anche il nostro territorio, ne danno notizia anche tutti i principali report anti-mafia degli ultimi 15 anni. Gli allarmi in questo senso si sono succeduti non sono solo da associazioni prestigiose come il "Report 2015 sulla mafia a Massa Carrara" della Fondazione Antonino Caponnetto, ma anche dalle istituzioni e dagli organi di polizia hanno lanciato più volte preoccupati allarmi in questo senso». 2) Come sono e come si manifestano? La mafia moderna non si presenta più necessariamente con coppola e lupara, ma è possibile trovarla in camicia bianca all'interno dei consigli di amministrazione di grandi aziende oppure partecipare, con imprese controllate, all'aggiudicazione di lavori pubblici. Oppure con i suoi uomini a gestire i flussi di denaro "sporco". L'enorme mole di contante garantito dal traffico di stupefacenti e altre attività criminali, deve essere riciclato in attività lecite e questo garantisce alle mafie una possibilità di investimento senza pari che consente anche di acquisire gradualmente il controllo di aziende ed attività lecite, ma che si trovano in difficoltà finanziarie, stringendole in una morsa da cui poi è impossibile uscire. 3) Come intendete combatterle? Il primo passo non può che essere il rispetto di tutte le normative nel bandire gare per l’aggiudicazione dei lavori pubblici. Le gare d’appalto, l'affidamento dei lavori e il rilascio di concessioni di qualsiasi tipo deve essere fatto nella massima trasparenza possibile. Inoltre riteniamo possa essere molto importante per combattere quella che riteniamo una vera emergenza, istituire un tavolo di lavoro tra istituzioni e forze dell'ordine. Ultimo, ma non per importanza, un’attività di formazione culturale sia nelle aziende che nei giovani, perché questi fenomeni non possano mettere radici nel nostro territorio.
 ILARIA PALADINI “LA COMUNE “ 1) la mafia e la criminalità organizzata nel vs comune esistono? Sì, esistono, e molti sono i segnali della sua presenza che hanno dato luogo anche ad indagini. Purtroppo, in varie occasioni i nostri attuali amministratori ne hanno negato la presenza, arrivando ad accusare, chi invece denunciava, di essere detrattori della città e di voler offrire di essa una visione negativa, danneggiandola anche economicamente. Un comportamento già visto in vari momenti anche di storia nazionale. Anche di questa forma particolare di “omertà” la mafia si nutre. Che esistano è conclamato: è sufficiente leggere i rapporti della vostra associazione, così come quelli ufficiali della magistratura e delle forze dell ordine, nonché i numerosi fatti di cronaca e giudiziari già venuti alla ribalta. Cito solo quanto emerso per quanto riguarda la realizzazione della strada dei marmi. Il punto è che la nostra città ha due criticità da questo punto di vista: è vicina al ponente ligure dove la presenza mafiosa (specie delle ‘ndrine) è acclarato, e alla zona di Viareggio e della costa lucchese, dove numerose inchieste hanno mostrato forti infiltrazioni. Già negli anni ottanta vi erano personaggi e presunte infiltrazioni nelle attività estrattive: il marmo è un settore commerciale, si sa, particolarmente attrattivo per la criminalità organizzata, non diversamente dal settore edilizio e affine. A ciò si aggiunge, come sottolineato da tutti gli attori in campo nel corso degli ultimi anni, il fatto che la crisi ha favorito le infiltrazioni, approfittando delle difficoltà delle aziende: meccanismo oliato e consolidato a livello nazionale. 2)se si per voi come sono e come si manifestano? Come afferma ripetutamente Gratteri e con lui tutti i massimi esperti, la mafia (che si chiami ‘ndrangheta, camorra, cosa nostra) ha mutato intelligentemente e astutamente pelle: si è adeguata, anzi, ha precorso i tempi. È sempre stata dietro al denaro e al potere e adesso i mafiosi sono entrati direttamente, in prima persona, nelle varie forme di gestione dell’economia, pubblica e privata. Ciò rende ancora più difficile la sua individuazione, essendo penetrata nei gangli interni del potere. Tanto che si sono invertiti i ruoli: il “mafioso” spesso non ha più bisogno di rivolgersi ai potenti dal momento che ne occupa i posti. Il contrasto è possibile solo con una vigilanza attenta, severa, applicando veramente e con determinazione uno dei princìpi cardine della politica antimafia di Falcone: seguire il denaro e indagarne la provenienza e legittimità. Purtroppo, l’attenzione al fenomeno mi sembra bassa e, come spesso accade anche per altre negative realtà, si continua a pensare che il problema riguardi gli altri, nonostante, va detto, i richiami in questo senso del Procuratore della Repubblica e di altri impegnati sul campo. Occorre combattere il modo di pensare mafioso: con l’istruzione, l’educazione, l’informazione, la sensibilizzazione e il coinvolgimento attivo e partecipativo. Partendo dai bambini e dai ragazzi. 3) Come intendete combatterle? Distinguiamo da atteggiamenti conclamati come mafiosi e da altri che, seppur non avendo nulla a che fare con illeciti e connivenze, possono favorire le infiltrazioni. Per i primi ci sono le forze dell’ordine e la magistratura: noi dobbiamo far sì che anche a Carrara ci siano gli strumenti per la prevenzione: ci vuole un osservatorio locale che funzioni, una adesione convinta e con atteggiamenti conseguenti alla cd Carta di Pisa (perché tanti assessori e consiglieri specie del PD - dopo l approvazione della mozione che dava mandato di aderire - non l hanno fatto??). Ma non ci si può fermare a questo. Perché (e vengo alla seconda categoria sopra citata) non si può continuare con la deregulation sulle cave, con concessioni ultra decennali ecc. insomma con una politica genuflessa agli interessi dei soliti noti: oltre a non fare l’interesse della comunità, l’amministrazione disinteressata non è soggetto controllore in grado di aiutare a prevenire le infiltrazioni, funzione di particolare importanza nella crisi attuale. Una considerazione di carattere generale: invece di impegnarci nell’accanimento contro i migranti e di fare pulizie "etiche" trasformando i sindaci in sceriffi, si dovrebbero potenziare strumenti e mezzi contro la criminalità organizzata. Purtroppo, non solo non si agisce in tal senso, ma addirittura si agisce contro, togliendo - con scelte scellerate - mezzi e strumenti proprio a chi combatte le mafie. In più, si affievolisce l’attenzione dell’opinione pubblica (importante e insostituibile) su questi problemi, distolta con false questioni. Non il modo migliore per ricordare le vittime del '92/'93.
ANDREA ZANETTI Partito Democratico : 1) la mafia e la criminalità organizzata nel vs comune esistono? Esistono comuni indenni dalle infiltrazioni mafiose e della criminalità organizzata? Carrara è una piccola comunità, ma non è un’isole felice, chiusa e impermeabile. Probabilmente le organizzazioni criminali non hanno qui “sedi legali”. Ma un dato è certo: questo è un territorio per loro “appetibile” per vari motivi. E se ci fosse ancora qualcuno (mi augurerei di no, ma purtroppo temo di sì) che pensa ancora che la mafia sia rappresentata da figuri in pantalone di fustagno, coppola e lupara, io dico invece che bisogna invece rendersi conto che la mafia viaggia su berline di lusso e indossa impeccabili abiti di sartoria. E che, come diceva Giovanni Falcone, per trovare la mafia bisogna seguire il denaro. 2) se si per voi come sono e come si manifestano? Ci sono evidenze che il mondo delle cave, in epoche non remote, ha visto il tentativo di infiltrazione, in particolare di personaggi legati ai Corleonesi, quando buona parte delle cave erano sotto il controllo del gruppo Ferruzzi. È certo che alcuni esponenti di criminalità “comune” fossero legati alla Banda della Magliana e, conseguentemente, a Cosa Nostra. È accertato che il porto di Marina di Carrara sia stato crocevia di traffici sia delle “navi dei veleni” sia del narcotraffico. Aggiungiamo che sul litorale apuano, che non ha soluzione di continuità con la Versilia, non sembra essere rimasto immune a fenomeni di racket. A questo si aggiunga che l’intero territorio provinciale – e in particolare la Lunigiana – è stata a lungo terra di soggiorno obbligato per membri delle organizzazioni mafiose. E sono numerosi i beni confiscati: segno evidente di una presenza mafiosa, magari non “indigena”, ma non per questo meno significativa nel contesto provinciale. 3) come intendete combatterle? Credo che, per quanto riguarda i compiti e le prerogative di un Comune, ci siano due filoni fondamentali di intervento. Il primo riguarda un settore di immediato interesse per le organizzazioni mafiose, che è quello degli appalti pubblici, per il quale occorre non solo un rigoroso rispetto delle norme di legge, ma un quid pluris di attenzione, vigilanza, controllo in tutte le fasi (dall’affidamento all’esecuzione), con totale trasparenza e pubblicità. Il secondo riguarda invece il contesto, che rappresenta il substrato nel quale la mafia può affondare radici: bisogna creare un terreno refrattario alla criminalità e fertile invece per una cultura della legalità. Da questo punto di vista credo che il Comune possa contrastare le organizzazioni a delinquere, mafiose e non, con la partecipazione, con la progetti di “cittadinanza consapevole”, con l’educazione e la formazione permanente. Cominciando certo dalle bambine e dai bambini, specialmente nelle scuole: ma non fermandoci alla più giovani generazioni. Penso siano necessarie strutture in grado, ad esempio, di dare sostegno agli imprenditori che possano subire tentativi di estorsione o che restino vittime dell’usura. Su tutto, la lotta ad ogni forma di omertà (grande e “piccola”) e reticenza. E memoria, memoria, memoria.

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