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IL 23 MAGGIO VISSUTO DALLA FONDAZIONE CAPONNETTO

Capaci (PA), Firenze, Librino – Catania, Abano Terme (PD), San Miniato a Monte (PI), Catanzaro È appagante sentirsi uomini liberi, ti consola ogni qualvolta ti scontri con l'ipocrisia delle parole, con l'incoerenza imperante e il pressappochismo. Solo quando ti senti libero e appagato delle tue scelte saprai di essere sulla strada giusta. Non c'è modo migliore per rinnovare la memoria di quel maledetto maggio 1992, di tutte le stragi e di tutte le vittime: siate liberi! Liberi nel raccontare la verità, liberi di urlare i nomi di chi ha distrutto i vostri sogni e le vostre speranze, destinandovi alla disillusione. Liberi nonostante le intimidazioni, il puzzo del compromesso, oltre ogni paura. E saremo in tanti. E saremo liberi tutti. Forti di queste convinzioni in questo scorcio del mese di maggio, la Fondazione intitolata al sempre più dimenticato Antonino Caponnetto ha scelto tante occasioni per ricordare uomini e donne vittime della violenza mafiosa: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Fabrizio Nencioni, Angela Fiume, Nadia Nencioni, Caterina Nencioni, Dario Capolicchio. Conservare il ricordo, custodire la memoria, avere cura di far conoscere vicende e principi che ne hanno ispirato i comportamenti sono alcuni dei compiti che la Fondazione persegue insieme con istituzioni, associazioni, gruppi, cittadini e cittadine.

Capaci

Tantissimi giovani, ragazzi e ragazze, bambini e bambine in corteo fino al giardino della memoria, luogo della strage. I loro canti, cartelloni attaccati agli alberi lungo il percorso fino a Piazza Madrice sono la testimonianza migliore di un cambiamento inarrestabile: le idee camminano sulle gambe di questi ragazzi grazie alla scuola, grazie agli insegnanti. La mafia ha più paura della scuola della stessa giustizia! - ci ripeteva Antonino Caponnetto con i suoi moschettieri, Giovanni e Paolo. come lui li chiamava. Tutti e tre sarebbero stati orgogliosi di vedere questi giovani, spesso ai margini, che hanno intrapreso la via del coraggio e della passione, per sconfiggere la sottomissione e l’ipocrisia. E Pasquale Calamia e Giuseppe Vitale, a rappresentare la fondazione Caponnetto, hanno sfilato con loro a testimoniare vicinanza e condivisione.

Firenze

L’Amministrazione comunale di Firenze ha voluto ricordare Giovanni e Paolo, martedì 23 maggio, intitolando due ponti all’ingresso della città così da rammentare per chi giunge a o parte da Firenze il sacrificio dei due giudici e la necessità di promuovere quotidianamente la cultura dell’antimafia. Il sindaco Dario Nardella ha voluto sottolineare l’impegno contro la mafia di Antonino Caponnetto la cui abitazione si trova a poche centinaia di metri dai ponti e del giudice fiorentino Gabriele Chelazzi impegnato nelle indagini e nel processo contro gli autori della strage di via de Georgofili e scomparso nel 2003. Nelle primissime ore del 27 maggio 1993 un’auto piena di esplosivo saltò in aria provocando la morte di cinque persone. A ricordare quella strage, nella notte fra il 26 e il 27, il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha sfilato insieme ad amministratori e cittadini e ha deposto una corona sotto la torre dei Pulci. L’associazione delle vittime con la sua presidente, Giovanna Chelli, le tante associazioni, il Comune di Firenze, sindaci e amministratori dei Comuni limitrofi, la Regione Toscana hanno ricordato quel tragico attentato con tante iniziative. Vittorio Bugli, assessore al Bilancio della Regione Toscana con delega alla legalità, ha rinnovato l’invito a riutilizzare i beni confiscati alle mafie per farne strumento di riscatto sociale e culturale.

Librino - Catania

In questo quartiere a sud-ovest della città di Catania, divenuto tristemente simbolo di criminalità con il Palazzo di Cemento, non molto differente dalle Vele di Scampia, covo della mafia del quartiere, centro di spaccio di droga, di traffico illegale di armi, di ricettazione, luogo dove si decidono omicidi, è stato teatro del ricordo delle stragi. Anche qui insegnanti partigiani dei valori impegnati nel contrasto alla criminalità organizzata con le armi della cultura e dell’esempio. Salvatore Calleri, presidente della Fondazione ha partecipato con i ragazzi e le ragazze dell’Istituto Tecnico Francesca Morvillo alla commemorazione, a testimoniare l’impegno e a sostenere la loro volontà di riscatto. 

Abano Terme (PD)

Con l’obiettivo di costruire ponti che uniscano il Nord al Sud del Paese, per unire i tantissimi cittadini e cittadine che non vogliono dimenticare giusta la definizione della Fondazione Caponnetto, ad Abano Terme ha promosso le iniziative per ricordare le vittime delle stragi con spettacoli teatrali e conferenze. Al teatro Marconi, nella mattinata, studenti e studentesse hanno gremito la sala dove Ivan Di Noia, giovane attore di Barabao Teatro, ha portato in scena Omertà. Capaci, 23 maggio 1992. Lo spettacolo, realizzato dal teatro Barabao, per la regia di Romina Ranzato, con l’organizzazione di Micaela Grasso, coordinatrice di Teatro Ragazzi Calendoli, è una splendida rivisitazione del maxiprocesso. L’attore vide da bambino alla televisione le immagini della strage e avvertì dentro di sé che l’infanzia se ne era andata, tumultuosamente segnata dalla crudeltà di un mondo che non riconosceva più. Ivan interpreta i quattro protagonisti Giovanni Falcone, Tommaso Buscetta, Michele Greco, Totò Riina; ma anche tutti gli altri protagonisti, ritagliati sullo sfondo etico di chi sa servire lo stato fino al sacrificio, e di chi lo umilia con il compromesso. La sera, con la sala nuovamente gremita, per ricordare la strage di Capaci, il generale dei carabinieri Angiolo Pellegrini, collaboratore di Giovanni Falcone e ora autore di un volume Noi, gli uomini di Falcone, libro-intervista sulla sua vicenda umana e professionale, ha raccontato la propria storia: nel 1981, Capitano dei carabinieri a Palermo, ha guidato la sezione anticrimine, rammentando le indagini, gli omicidi della criminalità mafiosa. Dalla riflessione sulle tragedie di ieri, è passato all’impegno odierno per un futuro da disegnare con i cittadini e i tanti giovani disposti a lottare per un ideale di giustizia e di libertà. Accanto ai cittadini Licia, Lidia, Francesca e Micaela tutte attivissime nella Fondazione sono al lavoro ogni giorno a promuovere iniziative e momenti di riflessioni. Con Micaela sperimentiamo oramai da alcuni anni il linguaggio teatrale per raccontare le forme della sopraffazione quotidiana e della resistenza civile.

San Miniato a Monte (PI)

Nel comune pisano, l’Amministrazione comunale ha promosso un Consiglio comunale aperto per ricordare le stragi di mafia. Nella mattinata di martedì 23 maggio, dopo il saluto del Presidente del Consiglio, Vittorio Gasparri, l’introduzione del sindaco, Vittorio Gabbanini, è stato proiettato il video che racconta la vicenda di Antonino Caponnetto. Hanno poi preso la parola Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale della Toscana, Giuseppe Creazzo, procuratore capo di Firenze, e Claudio Fiore, nipote del giudice Paolo Borsellino. A seguire il dibattito, attenti e curiosi, gli studenti e le studentesse del Liceo Marconi di San Miniato. Con loro Sergio Tamborrino, a rappresentare la Fondazione, le associazioni Libera e Avviso pubblico, a testimoniare la memoria e l’impegno a favore della cultura della legalità. 

Catanzaro

L’appuntamento nella città della Calabria si è tenuto mercoledì 24 maggio. Protagonisti studenti e studentesse degli Istituti Petrucci, Ferraris e Maresca che hanno partecipato quest’anno per la prima volta al percorso di educazione alla cittadinanza e alla legalità delle Giovani sentinelle. Guidati dalla loro insegnante, Giusi Sazio, che è referente della fondazione a Catanzaro e ha fortemente voluto questa commemorazione, ragazze e ragazzi hanno seguito con interesse il racconto delle vicende terribili del 1992. Sempre in mattinata un nuovo appuntamento cui hanno partecipato anche i rappresentanti delle Forze dell’ordine e il giudice Romano De Grazia, presidente emerito della Corte di Cassazione, che da anni conduce una battaglia per la riforma della legge Lazzati, al cui testo ha contribuito ma che è stata stravolta in sede parlamentare, per impedire ai malavitosi di partecipare alla competizione elettorale. Questo sintetico sommario delle iniziative della memoria racconta la partecipazione e la consapevolezza di tanti ragazzi e ragazze nelle scuole da nord a sud del Paese, consapevolezza del mostro dalle mille teste che afferra il paese legale e vuole divorarlo, succhiandone fino all’ultima goccia di energia, e partecipazione di uomini e donne di buona volontà che vogliono resistere, combattendo con le armi del rispetto della legge e della coscienza civile. A tutti costoro occorre dare sostegno e coraggio, non lasciarli da soli, non abbandonarli alle sirene di falsi profeti, né in balia di poteri oscuri e spesso criminali. Costruire ponti e reti di collaborazione e di lavoro comune, come traspare dalle cronache di questi incontri, è il compito che ci siamo prefissi con l’intento di curare la memoria e di conservare principi e valori. Per tale compito ci auguriamo di avere al nostro fianco sempre le istituzioni.
La Fondazione TUTTA

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